Melfi

Melfi si colloca nell'estremo nord della Basilicata, alla base del Monte Vulture, vulcano inattivo dall'era protostorica, al confine con la Puglia e Campania.

Abbarbicata su un colle e cinta da mura erette inizialmente nel 1018 dal catapano bizantino Basilio Boiannes. Una serie di reperti attestano che l’area del melfese fosse abitata già nel neolitico. In seguito alla caduta dell’Impero Romano, con l’occupazione da parte di bizantini e longobardi, il centro assume una ruolo importante, che raggiunge l’apice con l’arrivo dei normanni. Capitale del regno normanno, Melfi è stata al centro della storia politica del meridione d'Italia per lungo tempo, sopratutto durante l'alto medioevo. Con  Roberto il Guiscardo, vengono costruiti castello e cattedrale ed è di qui che il bellicoso popolo nordico pose le radici per la nascita del regno delle due Sicilie.


Ben cinque sono i concili che si sono tenuti tra il 1059 e il 1137, è di qui che Urbano II nel 1089 indisse la prima crociata in Terra Santa. Anche Federico II di Svevia attribuisce a questa città una notevole importanza politica e sceglie proprio il castello di Melfi come residenza estiva, praticando l’hobby della falconeria nelle foreste del Vulture. Nello stesso castello lo “Stupor Mundi” promulga le “Constitutiones Augustales”, codice che rivoluziona l’impianto giuridico del tempo fino all’epoca romana. Con gli angioini, Melfi va incontro al declino, nonostante è Carlo II d’Angiò provveda alla ristrutturazione e l’ampliamento del castello. Seguiranno quindi si aragonesi.

 

Da vedere:

il castello normanno - svevo
Cattedrale di Sanata Maria Assunta e la torre campanaria
Le chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia
Il Museo Archeologico Nazionale di Melfi “Massimo Pallottino”

Da assaggiare:

Vino Aglianico del Vulture Doc
Ogliarola del Vulture
Marroncino di Melfi

 

Arte sacra popolare, le edicole votive in Puglia


Sin dall’antichità l’uomo ha voluto sancire il legame con la terra che riteneva “sua” interpretando eventi inusuali come segni soprannaturali, la volontà del divino di consacrare questo vincolo. E così sorgenti, crocevia e luoghi in cui era successo un evento miracoloso, o al quale era difficile dare una spiegazione razionale cominciarono ad essere considerati sacri e contraddistinti dalla presenza di modeste cappelline al cui interno venivano poste delle statue. L’avvento del cristianesimo ha visto l’incedere di nuovi oggetti di devozione all’interno di queste cappelle, come le statue dei santi, della Madonna e del Cristo. Risalendo alle loro origini, il nome deriva dal latino “aedicula”, che significa tempietto, tabernacolo, piccolo santuario e, molto probabilmente, le edicole esistevano già nell’antico Egitto e in Grecia. Furono poi ripudiate dai primi cristiani e successivamente riammesse nel Medioevo.

Il mistero di Jazzo del Demonio

 
Andare in vacanza in Puglia, spesso significa soggiornare spesso in aziende agricole adibite a strutture per la ricezione turistica, chiamate masserie. Sono disseminate in tuta la regione, ognuna con carateristiche legate a certe specificità dell'area. Sono certamente tra gli edifici rurali più diffusi in questa parte di Italia, ma non sono gli unici. Addentrandosi nella regione, in un'area chiamata Murgia, o spostandosi sul Gargano, è possibile trovare, insieme alle masserie, i cosiddetti jazzi.

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