Otranto

Ponte naturale tra il Mediterraneo e l’Oriente, Otranto è una terra magica che mescola il sapore antico del centro storico alla fervida devozione, i riverberi del mare alla vivacità della movida.

Situata sul litorale adriatico della penisola salentina, Otranto è posizionata nel tratto di costa più orientale d’Italia, a circa 45 km da Lecce, su uno sperone roccioso a picco sul mare.
 
L’Unesco ha riconosciuto al “Borgo antico di Otranto” il titolo di patrimonio culturale in quanto “Sito messaggero di pace”.
 
Il viaggio inizia percorrendo il Lungomare degli Eroi, ai piedi del borgo antico. Superato il monumento dedicato ai Martiri, opera dello scultore Antonio Bortone, si scendono le scale e, attraversando Porta Alfonsina, si entra nella città vecchia dove meritano una sosta il maniero aragonese e la Cattedrale con il prezioso pavimento musivo e le reliquie degli 800 Martiri, trucidati dai Turchi nel 1480.
 
Fuori dal centro abitato ci si lascia incantare dal laghetto verde smeraldo incastonato tra le collinette color corallo della cava di bauxite mentre il maestoso faro di Punta Palascìa aspetta ogni anno la prima alba del Belpaese.
 
Mitologico approdo dell’eroe Enea, Porto Badisco custodisce i pittogrammi che affrescano le pareti della Grotta dei Cervi, la “Sistina del Neolitico”.
Sul mare che lambisce Otranto, tra grotte, calette e insenature, sventola la Bandiera Blu. Il riconoscimento premia le politiche virtuose attuate nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio ambientale, la conduzione sostenibile del territorio nonché la sicurezza e i servizi in spiaggia e la limpidezza della acque. Otranto vanta anche un porto che si presenta come un piccolo golfo dove sostano pescherecci e imbarcazioni di vario tipo. Mentre a nord del borgo si dispiegano le località di Conca Specchiulla, dei Laghi Alimini, della Baia dei Turchi e di Santo Stefano, a sud si può far visita alla Baia delle Orte, a Punta Palascìa, il punto più orientale d’Italia, a Torre Sant’Emiliano oppure all’insenatura di Porto Badisco. 


Da vedere:

Castello di Otranto
Insediamento rupestre di Torre Pinta
Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Arte sacra popolare, le edicole votive in Puglia


Sin dall’antichità l’uomo ha voluto sancire il legame con la terra che riteneva “sua” interpretando eventi inusuali come segni soprannaturali, la volontà del divino di consacrare questo vincolo. E così sorgenti, crocevia e luoghi in cui era successo un evento miracoloso, o al quale era difficile dare una spiegazione razionale cominciarono ad essere considerati sacri e contraddistinti dalla presenza di modeste cappelline al cui interno venivano poste delle statue. L’avvento del cristianesimo ha visto l’incedere di nuovi oggetti di devozione all’interno di queste cappelle, come le statue dei santi, della Madonna e del Cristo. Risalendo alle loro origini, il nome deriva dal latino “aedicula”, che significa tempietto, tabernacolo, piccolo santuario e, molto probabilmente, le edicole esistevano già nell’antico Egitto e in Grecia. Furono poi ripudiate dai primi cristiani e successivamente riammesse nel Medioevo.

Il mistero di Jazzo del Demonio

 
Andare in vacanza in Puglia, spesso significa soggiornare spesso in aziende agricole adibite a strutture per la ricezione turistica, chiamate masserie. Sono disseminate in tuta la regione, ognuna con carateristiche legate a certe specificità dell'area. Sono certamente tra gli edifici rurali più diffusi in questa parte di Italia, ma non sono gli unici. Addentrandosi nella regione, in un'area chiamata Murgia, o spostandosi sul Gargano, è possibile trovare, insieme alle masserie, i cosiddetti jazzi.

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